Il comunicato stampa di Edison, società controllata dal gruppo francese Électricité de France, del 16 febbraio 2023 ha riportato una forte decrescita dell’utile nonostante ci sia stato un incremento dei ricavi di vendita. Nello specifico, quest’ultimo dato è diretta conseguenza dell’aumento dei prezzi necessario per coprire i costi più elevati delle materie prime.
Nonostante ciò, Edison dichiara che la riduzione dell’utile è stata causata da una serie di decreti nonché dalla Legge di Bilancio che approfondiremo in questo articolo.

Quali sono i decreti e in che modo hanno impattato su Edison?

Secondo il comunicato stampa di Edison, è stato dichiarato che i decreti “Taglia prezzi”, “Aiuti” e la Legge di Bilancio 2023 hanno generato un impatto fortemente negativo sull’utile netto riducendolo del 63% del dato del 2021 ossia 413 milioni. In altre parole, questa voce di bilancio alla fine del 2022 è stata pari a 151 milioni.
Edison precisa che, nel 2022, l’aliquota fiscale o tax rate effettivo è cambiata passando da un range tra il 28% e il 32% a un valore pari al 72%.
Nello specifico i risultati dell’azienda sono stati:

Risultati Edison (in milioni di euro)
Voci Esercizio 2022 Esercizio 2021
Ricavi di vendita 30.380 11.739
Margine operativo lordo 1.112 989
Risultato operativo 595 466
Risultato netto da Continuing Operations 176 431
Risultato netto di Gruppo 151 413

Cosa sono e cosa prevedono i decreti extraprofitti?

I decreti extraprofitti sono dei provvedimenti presi dal governo per andare a colpire i guadagni record realizzati dalle aziende energetiche a seguito dell’aumento del prezzo dell’elettricità e del gas.

I decreti precedentemente citati hanno determinato diverse manovre, vediamo in modo molto sintetico ciò riguarda la parte di tassazione:

Decreti
Decreto Taglia Prezzi n. 21 del 21 marzo 2022 Introduzione del contributo a titolo di prelievo solidaristico straordinario (aliquota 10%) a carico delle aziende nell’industria dell’energia che hanno ottenuto extra-profitti a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle tariffe del settore
Decreto Aiuti n. 50 del 17 maggio 2022 Modifica dell’aliquota del Contributo auementandola al 25% calcolata sull’IVA
Legge di Bilancio 2023 n. 197 29 dicembre 2022 Modifica dell’aliquota del Contributo auementandola al 50% calcolato sull’IRES

Questi atti aventi forza di legge sono stati voluti dal Governo Draghi e ci sono state diverse evoluzioni a riguardo andando a modificare diversi aspetti. Soprattutto per il Decreto Aiuti sono state realizzate diverse modifiche volte a cambiare il peso dei diversi provvedimenti.
Ad oggi il governo Meloni sembra essere ancora a favore di queste misure. Nonostante il mancato raggiungimento degli obiettivi con il Governo Draghi, il premier italiano, mantenendo l’idea del contributo, ne ha modificati l’aliquota e la base imponibile in concomitanza con altri aspetti più specifici. Attualmente, il Governo Meloni vorrebbe recuperare 10 miliardi di euro con la manovra di tassazione extraprofitti.

Quali altri provider di energia sono stati colpiti?

Non solo Edison ma anche Plenitude (ex Eni) è stata colpita in negativo dalla tassa sugli extraprofitti con 1,4 miliardi di euro da pagare. A seguire, c’è Saras con 95 milioni.

Seppur in misura inferiore, anche Enel ha subito una riduzione dell’utile. Nonostante la tassa Enel è riuscita ad aumentare di molto i ricavi del 2022. Il CFO Alberto De Paoli a maggio 2022 spiegò che l’impatto delle manovre per gli extraprofitti sono state trascurabili sui loro numeri in quanto, riportando le sue parole, "abbiamo venduto energia ai nostri clienti in anticipo, a un prezzo ragionevole senza extra profitti".

Price Cap: un’altra manovra in aggiunta alla tassazione extraprofitti

Dal 15 febbraio 2023 ci sarà il c.d. Price cap ossia una soglia massima per il prezzo del gas oltre la quale le aziende non potranno andare. Nello specifico, il tetto è fissato a 180€ al megawattora.
Anche questa manovra risulta essere un filo conduttore tra il Governo Draghi e il Governo Meloni. Nonostante ciò, tale provvedimento arriva dall’Unione Europea e divide comunque gli economisti e gli addetti al lavoro. Infatti Alberto Clò (economista dell’Università di Bologna ed ex ministro dell’Industria) e Michele Polo (professore di Economia in Bocconi), tra i massimi esperti in Italia su temi di economia nel settore energetico, risultano essere contro.

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