Coefficiente C Gas: cos’è, a cosa serve e come si calcola

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Coefficiente C Gas: che cos’è?

Il coefficiente C del gas è un parametro critico utilizzato per la correzione dei volumi di gas naturale misurati dai contatori, per adeguarli alle condizioni standard di temperatura e pressione. Questo parametro è essenziale per garantire un calcolo accurato dei consumi di gas naturale in bolletta, compensando le variazioni dovute a fattori atmosferici, geografici e di composizione del gas.

Quali variabili vengono considerate per calcolare il coefficiente C?

Le principali variabili considerate nel calcolo del coefficiente C includono:

  • la pressione ambientale
  • la temperatura ambientale


Queste possono variare significativamente a seconda della stagione e dell’altitudine della località. Inoltre, la composizione del gas, che può differire leggermente in base alla fonte di approvvigionamento, influisce sulla densità e sul potere calorifico del gas, modificando così il volume effettivo consumato.

Perchè i fornitori indicano il prezzo del gas in Smc?

Per standardizzare i consumi a livello nazionale, l’ARERA richiede ai fornitori di gas di utilizzare il coefficiente C per convertire i metri cubi registrati dai contatori in Standard metri cubi (Smc), che rappresentano il volume di gas calcolato a condizioni di pressione atmosferica di 1,01325 bar e temperatura di 15 °C. Questo assicura che il prezzo del gas rifletta un valore equo e uniforme, indipendentemente dalle variazioni locali o temporali.

A che cosa serve il Coefficiente C del gas?

Il Coefficiente C del gas è un parametro di correzione essenziale nelle bollette energetiche, utilizzato per convertire i volumi di gas misurati dai contatori da metri cubi (m³) a Standard metri cubi (Smc). Questa conversione è fondamentale per assicurare che ogni utente paghi equamente per la quantità di gas consumata, indipendentemente dalle variazioni di temperatura e pressione che influenzano il volume del gas.

Quali sono le condizioni standard per determinare il valore coefficiente C?

Implementato in Italia dal 2009, il Coefficiente C standardizza i consumi di gas a livello nazionale, permettendo la fatturazione basata su condizioni fisiche standard. Le condizioni standard includono:

  • una temperatura di 15 °C
  • una pressione atmosferica di 1,01325 bar

Attraverso l’uso di questo coefficiente, si garantisce che le tariffe applicate riflettano il vero consumo energetico, eliminando discrepanze dovute a fattori ambientali e garantendo trasparenza e giustizia nella determinazione dei costi del gas naturale.

Come si calcola il Coefficiente C del gas?

Il calcolo del Coefficiente C del gas richiede la considerazione di variabili ambientali e geografiche specifiche, essenziali per una fatturazione precisa del consumo di gas. Le variabili chiave includono l’altitudine del luogo di consumo, il numero di gradi giorno (GG) che indicano la temperatura media annua di una zona, e i giorni di esercizio del sistema di riscaldamento (ng), variabile a seconda della zona climatica.

Per determinare il Coefficiente C, si seguono specifici passaggi matematici:

  1. Calcolo di pb: Si calcola pb moltiplicando l’altitudine (H) per -0.0000225577, sottraendo il risultato ottenuto da 1, e elevando il tutto alla potenza di 5.2559. Questo valore viene poi moltiplicato per la pressione atmosferica standard di 1,01325 bar.
  2. Calcolo di kp: kp si ottiene sommando a pb il valore di 0,020 e dividendo il risultato per 1,01325.
  3. Calcolo di gg: Questo valore si ottiene dividendo i gradi giorno (GG) per i giorni di esercizio dell’impianto di riscaldamento (ng).
  4. Calcolo di kt: kt è il risultato della divisione di 288,15 per la differenza tra 295,15 e gg.
  5. Determinazione del Coefficiente C: Infine, il Coefficiente C si calcola moltiplicando kp per kt.

Ogni passaggio del calcolo deve essere eseguito con precisione, arrotondando i risultati alla sesta cifra decimale seguendo il criterio commerciale. Il Coefficiente C risultante viene quindi applicato ai metri cubi di gas rilevati dal contatore per convertirli in Standard metri cubi (Smc), assicurando così che la fatturazione sia basata su una valutazione standardizzata e equa del consumo effettivo, indipendentemente dalle variazioni locali di temperatura e pressione.

Che differenza c’è tra metri cubi e standard metri cubi?

La distinzione tra metri cubi (m³) e standard metri cubi (Smc) è fondamentale nel calcolo della bolletta del gas. Il metro cubo rappresenta l’unità di misura del volume di gas naturale consumato, come registrato dal contatore di gas. Tuttavia, questo dato risente delle condizioni ambientali specifiche del sito di consumo, come temperatura, altitudine e pressione atmosferica, che possono alterare il volume effettivo del gas.

Per standardizzare i consumi e garantire una fatturazione equa a tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro condizioni geografiche e climatiche, si utilizza lo Standard metro cubo (Smc). Lo Smc rappresenta il volume di gas calcolato a condizioni normalizzate di pressione (1,01325 bar) e temperatura (15°C). Utilizzando il coefficiente C, il consumo misurato in metri cubi viene convertito in Smc, eliminando le variazioni dovute agli elementi ambientali e assicurando che ogni utente paghi basandosi sullo stesso standard di consumo energetico.

Cos’è il coefficiente p gas o potere calorifico superiore P?

Il potere calorifico superiore (PCS), o coefficiente P gas (1), diversamente dal coefficiente c (2), quantifica l’energia che può essere liberata dalla combustione completa di un metro cubo di gas naturale, misurata in gigajoule (GJ). Questa misurazione considera tutte le condizioni standard di temperatura e pressione, assicurando una base uniforme per la valutazione energetica del gas fornito agli utenti.

coefficiente c gas

Il PCS è determinante non solo per stabilire il prezzo del gas in bolletta, ma anche per calcolare il rendimento termico di sistemi di combustione e valutare l’efficienza energetica dei combustibili utilizzati in ambito residenziale, industriale e in motori a combustione. Questo valore è particolarmente importante in quanto tiene conto anche del calore latente di condensazione dell’acqua prodotta durante la combustione del gas, un elemento non considerato nel potere calorifico inferiore (PCI).

In pratica, il PCS varia a seconda della composizione chimica del gas e delle condizioni locali di fornitura, motivo per cui è misurato periodicamente per garantire l’accuratezza del calcolo energetico e della tariffazione applicata. Pertanto, il potere calorifico superiore è un parametro fondamentale per i fornitori di energia, che devono adattare il prezzo del gas alle effettive prestazioni energetiche offerte al consumatore finale.

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Info

Aggiornato su 25 Giu, 2024

Francesco Veronesi

Laureato all'Università Cattolica in Management Internazionale, è da sempre appassionato di scrittura e tematiche legate alla sostenibilità ambientale. Attualmente occupa la posizione di SEO Specialist in Papernest e redige articoli attinenti al mercato energetico.