Google ha annunciato un accordo con Kairos Power per utilizzare mini reattori nucleari modulari (SMR) per alimentare i suoi data center dedicati all’intelligenza artificiale. Entro il 2030, il primo reattore sarà operativo, contribuendo a fornire energia pulita e stabile per supportare la crescente domanda di calcolo.
Perché Google sceglie i mini reattori?
La crescente domanda energetica dei data center, legata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sta spingendo Google a valutare soluzioni più sostenibili. Secondo Goldman Sachs, il consumo dei data center negli Stati Uniti potrebbe triplicare tra il 2023 e il 2030, richiedendo 47 GW di nuova capacità. Gli SMR offrono una soluzione ideale: sono compatti, più economici da costruire rispetto ai reattori tradizionali e garantiscono energia 24/7 a basse emissioni di carbonio, elemento cruciale per le infrastrutture tecnologiche avanzate.
Google prevede di utilizzare sei o sette SMR con una capacità complessiva di 500 MW entro il 2035. Questi reattori utilizzeranno un sistema di raffreddamento a sale fuso, una tecnologia innovativa che riduce i costi e i tempi di costruzione. Questa scelta riflette la necessità di alimentare l’AI in modo sostenibile, limitando l’impatto ambientale.
Altri giganti tecnologici adottano il nucleare
Google non è l’unica azienda tecnologica a investire nell’energia nucleare. Microsoft ha recentemente siglato un accordo con Constellation Energy per riattivare un’unità della centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania, mentre Amazon ha acquistato un data center alimentato da un reattore nucleare di Talen Energy.
Questa strategia nasce dall’aumento esponenziale della richiesta energetica per i sistemi di calcolo avanzati, come l’intelligenza artificiale generativa. Oltre all’elevata efficienza, l’energia nucleare offre stabilità e sicurezza energetica, caratteristiche fondamentali per i data center che richiedono alimentazione continua senza interruzioni. Secondo Goldman Sachs, la transizione verso fonti energetiche più affidabili, come il nucleare, sarà determinante per sostenere la crescita del settore tecnologico. Attualmente, sono numerosi i progetti legati all’utilizzo del nucleare nel rispetto della sicurezza ambientale, come è il caso della fusione nucleare.
L’Italia e il ritorno al nucleare
In Italia, il governo ha riaperto il dibattito sull’energia nucleare, valutando l’implementazione di reattori modulari come gli SMR. L’azienda italiana Ansaldo Energia, insieme a Edison ed EDF, ha firmato nel 2024 un memorandum d’intesa per esplorare questa tecnologia innovativa. L’obiettivo è fornire energia pulita e sicura per ridurre la dipendenza da fonti fossili e migliorare la resilienza del sistema energetico.
Nonostante il nucleare sia assente dal mix energetico italiano dal 1987, una sua reintroduzione potrebbe aiutare a soddisfare la crescente domanda di energia e garantire la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. I progetti, attualmente in fase di studio, includono reattori di quarta generazione, pensati per ridurre al minimo i rischi e i rifiuti radioattivi.
Verso un futuro energetico sostenibile
L’utilizzo di mini reattori nucleari modulari rappresenta una soluzione promettente per affrontare la crescente domanda energetica, soprattutto nel settore tecnologico. Google, Microsoft e Amazon stanno aprendo la strada a questa nuova frontiera, accelerando lo sviluppo di tecnologie nucleari avanzate.
In Italia, il rinnovato interesse per il nucleare potrebbe portare a significativi investimenti nei prossimi anni, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e diversificare le fonti energetiche. Se i progetti avranno successo, gli SMR diventeranno una componente fondamentale del mix energetico globale, garantendo energia rinnovabile, affidabile e accessibile.
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