Nel cuore del dibattito sull’energia del futuro, il governo italiano ha deciso di puntare con decisione sull’innovazione nel settore nucleare. Con un investimento da 200 milioni di euro nella startup Newcleo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni scommette su una tecnologia che promette maggiore sicurezza, sostenibilità e indipendenza energetica. La scelta non è priva di implicazioni politiche ed economiche, e apre nuovi scenari per l’intero sistema energetico nazionale. Ma cosa rappresenta realmente questo investimento e quali potrebbero essere le sue conseguenze?

Una scelta strategica per rilanciare il nucleare italiano

L’ingente investimento pubblico nella startup Newcleo rappresenta un passaggio chiave nella nuova strategia energetica italiana. Fondata nel 2021 da Stefano Buono, ex collaboratore del CERN, Newcleo sviluppa reattori nucleari di IV generazione, basati su piombo liquido come refrigerante e progettati per essere intrinsecamente sicuri. La startup ha sede legale a Londra, ma conta importanti sedi operative in Italia e in Francia, e mira a costruire il primo impianto dimostrativo entro il 2030.

L’ingresso dello Stato nel capitale di Newcleo avverrà tramite il fondo sovrano italiano gestito da Invitalia, il cui obiettivo è sostenere imprese strategiche per l’interesse nazionale. Secondo il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, si tratta di un passo coerente con la volontà del governo di valutare in modo pragmatico tutte le opzioni disponibili per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, compresa l’energia nucleare.

L’iniziativa arriva in un momento di forte attenzione internazionale verso le tecnologie nucleari avanzate, considerate una possibile risposta alla crescente domanda di energia a basse emissioni. Paesi come Francia, Regno Unito e Stati Uniti stanno già investendo in progetti simili, e l’Italia mira ora a non restare indietro in una corsa che potrebbe ridefinire gli equilibri energetici globali grazie all'efficienza energetica.

Newcleo, una scommessa tecnologica made in Europe

Newcleo si distingue nel panorama energetico europeo per il suo approccio innovativo, orientato alla sicurezza e alla sostenibilità. I reattori sviluppati dall’azienda sono progettati per funzionare senza acqua pressurizzata, utilizzando piombo liquido come refrigerante. Questo consente di evitare il rischio di esplosioni di vapore e rende i sistemi più compatti e facili da gestire, anche in scenari complessi.

Un altro punto di forza è la capacità dei reattori di nuova generazione di utilizzare come combustibile anche le scorie radioattive prodotte dai reattori tradizionali. In teoria, questo approccio permetterebbe di ridurre drasticamente il volume di rifiuti da smaltire, trasformando un problema dannoso in una risorsa. Secondo i vertici della società, i nuovi impianti potrebbero essere installati vicino ai siti già esistenti, riducendo i costi di trasporto e logistica e favorendo il risparmio energetico.

La startup ha già raccolto oltre 400 milioni di euro da investitori privati e intende realizzare il primo prototipo industriale entro il 2030. L’investimento del governo italiano rappresenta quindi una spinta decisiva per accelerare la fase di sviluppo e garantire la presenza attiva dell’Italia in un comparto tecnologico ad alto valore strategico. Il progetto punta anche alla creazione di nuovi posti di lavoro altamente qualificati sul territorio nazionale.

Un segnale politico in un contesto energetico in evoluzione

L’investimento in Newcleo è anche un messaggio politico chiaro: il governo Meloni intende rimettere il nucleare al centro della politica energetica italiana. Dopo il referendum del 2011 che sancì l’uscita dell’Italia dal nucleare, il tema era rimasto marginale nel dibattito pubblico. Ma la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina ha riportato al centro la questione dell’autonomia energetica e della diversificazione delle fonti.

Sebbene il nucleare di nuova generazione sia ancora lontano da una diffusione commerciale su larga scala, l’esecutivo lo considera un’opzione da esplorare parallelamente alle energie rinnovabili. L’obiettivo dichiarato è garantire una transizione ecologica che non comprometta la stabilità del sistema elettrico nazionale, né il costo dell'energia.

Le opposizioni restano caute, sottolineando i rischi di una tecnologia ancora in fase sperimentale e le incognite sul fronte della gestione dei rifiuti e della sicurezza a lungo termine. Tuttavia, la decisione di investire in una startup europea, con una forte presenza italiana, permette al governo di mantenere una narrativa di sovranità tecnologica e rilancio industriale. La sfida sarà ora quella di >trasformare l’annuncio politico in risultati concreti, senza alimentare false aspettative su una tecnologia che richiederà tempo, risorse e consenso.

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