Riscaldamento centralizzato o autonomo quale scegliere?

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Sommario Scopri se ti conviene di più allacciarti a un riscaldamento centralizzato o a uno autonomo. In base a dove vivi, a che piano del palazzo e in quanti inquilini.


risparmiare in bolletta riscaldamento autonomo o centralizzato

Il riscaldamento delle nostre cose è assolutamente fondamentale, ma anche uno dei costi più ingenti che gravano sul bilancio di una famiglia. Anche per questo, la scelta tra riscaldamento autonomo o centralizzato è così importante per gli italiani.

Infatti, a molti è capitato, avendo deciso di cambiare abitazione, di valutare, tra i pro e i contro di un appartamento, anche la tipologia dell’impianto di riscaldamento.

In effetti, si tratta di una scelta abbastanza radicale in quanto i due sistemi sono tra loro molto diversi e comportano differenti modalità d’uso, costi e benefici per gli utenti.

Dunque, al fine di ponderare bene le nostre scelte e capire quale tra i due tipi di riscaldamento è più adatto alle nostre esigenze occorre essere a conoscenza dei meccanismi del loro funzionamento per poterne stabilire vantaggi e svantaggi in base a quelle che sono le nostre necessità.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio il funzionamento, le caratteristiche e i costi del riscaldamento autonomo e di quello centralizzato.

Il riscaldamento centralizzato

Il funzionamento del riscaldamento centralizzato è abbastanza semplice. Il calore viene prodotto da una grossa caldaia, generalmente alimentata a gas, collocata in un apposito locale situato all’interno del nostro condominio.

Attraverso un complesso sistema di pompe e tubature, l’acqua che viene scaldata dalla caldaia viene fatta circolare in tutti gli appartamenti del condominio e passa attraverso i termosifoni portando così tepore nelle case.

  • Il tutto verrà gestito direttamente dal condominio nella figura dell’assemblea dei condomini e del suo amministratore. Ciò presenta una serie di vantaggi e di inconvenienti.

Certamente, l’utilizzo di una sola e potente caldaia condominiale rappresenta un notevole risparmio di spazio e tempo per chi vive negli appartamenti.

Chi si occupa della manutenzione?

  • Infatti, non è necessario preoccuparsi della manutenzione della caldaia e dei suoi costi, che saranno interamente gestiti dall’amministratore delegato dai condomini.

Inoltre, le caldaie di grosse dimensioni sono installate e controllate da ditte specializzate che generalmente garantiscono un pronto intervento in caso di guasti. Il mancato funzionamento della caldaia centralizzata lascerebbe senza riscaldamento tutte le unità abitative del condominio. Perciò in caso di malfunzionamenti sarà interesse di tutti gli abitanti (e, ovviamente, dell’amministratore) risolvere il problema al più presto.

Tuttavia, poiché la caldaia è comune a tutti i condomini sarà l’assemblea condominiale a decidere (nel rispetto delle indicazioni legislative) gli orari di accensione e spegnimento della caldaia. Ciò vale sia per le ore di funzionamento giornaliere (quando si accende il riscaldamento al mattino e a che ora si spegne), sia per la stagionalità dell’impianto (se, ad esempio, la caldaia viene accesa a ottobre o a novembre, e quando, entrando nella primavera, verrà spenta).

Insomma, uno degli svantaggi del riscaldamento centralizzato rispetto al riscaldamento autonomo è certamente la poca flessibilità che consente agli utenti, che non possono direttamente decidere quando e in che modo usufruire dell’impianto.

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Valvole Termostatiche

L’avvento delle valvole termostatiche ha dato una maggior libertà e autonomia ai consumatori che hanno un riscaldamento centralizzato.

Infatti, esse sono obbligatorie, a partire dal 2016, per tutti i caloriferi alimentati da caldaia condominiale. A differenza delle versioni precedenti, le valvole termostatiche non solo consentono di regolare l’apertura e la chiusura dei caloriferi, ma possono notificarne i consumi in sede di ripartizione delle spese condominiali.

Ciò è fondamentale perché, come si può immaginare, il costo della caldaia centralizzata (gas, manutenzione, ecc.) è unico, pagato dal condominio, e ripartito sui condomini in sede di calcolo delle spese condominiali. Prima del 2016 la ripartizione della spesa del riscaldamento veniva effettuata secondo diversi criteri (grandezza in metri quadri dei locali, piano di appartenenza…) che, tuttavia, non tenevano in alcuna considerazione i consumi e l’utilizzo dei caloriferi da parte dell’utente. La caldaia condominiale si limitava a fornire acqua bollente per tutti i termosifoni dello stabile ed era discrezione dei condomini usufruire o meno di tale possibilità.

  • Invece, con le valvole termostatiche i diversi consumi vengono conteggiati in base a quando e quanto i caloriferi vengono aperti. Ciò significa che anziché pagare una quota fissa (stabilita, ad esempio, in base alla grandezza dell’appartamento), i condomini pagheranno in base al loro effettivo consumo.

Per saperne di più puoi leggere la norma UNI 10200, che istituisce l’obbligo delle valvole termostatiche, sul sito dell’Ente italiano di normazione.

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Costo del riscaldamento centralizzato

Grazie all’utilizzo delle valvole termostatiche, adottate per legge da tutti i condomini, il costo del riscaldamento centralizzato per una famiglia può variare molto anche tra gli abitanti del medesimo complesso di appartamenti.

Non solo l’ampiezza dell’unità abitativa (calcolata in millesimi) ha un ruolo fondamentale nel riparto dei costi, ma anche le caratteristiche specifiche degli appartamenti stessi possono influenzare i consumi. Ad esempio, una buona capacità della casa di trattenere il calore (attraverso la coibentazione dei muri esterni) o l’utilizzo di soluzioni ausiliarie per integrare il riscaldamento come i condizionatori a pompa di calore o le stufe elettriche, possono diminuire la necessità e l’uso dei termosifoni registrato dalle valvole.

  • In questo senso, il riscaldamento centralizzato è generalmente poco conveniente per le abitazioni caratterizzate da una notevole dispersione di calore, che traggono poco beneficio dal funzionamento della caldaia condominiale. Tra queste, in particolare, le abitazioni al piano terra e gli attici.

Il riscaldamento autonomo

Il più grande vantaggio del riscaldamento autonomo è, certamente, la grande libertà che lascia all’utente.

Infatti, in questo caso la caldaia sarà di dimensioni notevolmente ridotte rispetto a quella condominiale e servirà solamente l’abitazione nella quale è posta. Non vi è nessuna costrizione circa la tipologia di caldaia che l’utente può scegliere: può essere a gas metano, a GPL, a legna, a pellet o a gasolio.

Inoltre, egli può anche integrare la caldaia con soluzioni alternative ai termosifoni, come il riscaldamento a pavimento o a soffitto.

In ogni caso, la libertà dell’inquilino non è totale poiché esistono alcune regole di legge che tutti i cittadini che usufruiscono del riscaldamento autonomo devono rispettare. Tra queste, le più importanti sono:

  1. Il divieto di impostare la temperatura interna dell’abitazione a più di 20 gradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi. Ciò per evitare eccessive, inutili e dannose emissioni di CO2 (dai fumi di scarico della caldaia) qualora il suo funzionamento si prolunghi per diverse ore al giorno.
  2. L’obbligo da parte del proprietario della caldaia di provvedere alla sua manutenzione, da effettuarsi regolarmente ogni anno ad opera di un tecnico specializzato e a spese del padrone di casa stesso.
    Il tecnico rilascerà un’apposita certificazione del controllo effettuato e dell’idoneità dell’impianto.
    Invece, qualora la caldaia non passasse l’ispezione e non risultasse idonea, il proprietario sarà obbligato a sostituirla con un modello adeguato.

Insomma, con il riscaldamento autonomo gli oneri della manutenzione e delle riparazioni ricadono obbligatoriamente sul padrone dei locali, che è l’unico ad usufruirne.

Costo del riscaldamento autonomo

Anche per il costo del riscaldamento autonomo è possibile fornire un’indicazione molto generale dato che non conta solo la caldaia, ma molti altri fattori caratteristici dell’abitazione.

Ciò significa anche che per avere una casa più calda, oltre ad aumentare la temperatura del termostato, possono esistere soluzioni più economiche, strutturali ed eco-sostenibili come, ad esempio, la sostituzione degli infissi delle finestre con dei materiali maggiormente isolanti o l’acquisto di un nuovo modello di caldaia, maggiormente efficiente.

Il costo del riscaldamento autonomo

In media, possiamo dire che il costo mensile del riscaldamento autonomo per un appartamento di medie dimensioni va dai 30 ai 50 €.

Tuttavia, ciò dipende molto da quanto spesso utilizziamo i caloriferi.

A questo proposito è importante tenere conto che:

  • Maggiore è la temperatura interna che impostiamo più a lungo la caldaia dovrà lavorare e consumare gas per raggiungere il calore desiderato.
    Quindi, è consigliabile non impostare il termostato con un calore eccessivo.
  • Attraverso la regolazione del termostato di utilizzo della caldaia è possibile anche impostare degli orari di funzionamento. Ad esempio, si potrà decidere che i caloriferi entreranno in funzione alle 9 di mattina per spegnersi alle 8 di sera.
    Infatti, durante le ore notturne, quando dormiamo nel calore delle nostre coperte, il funzionamento del riscaldamento in casa è del tutto inutile.

Meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato?

Come si è visto, è impossibile stabilire a priori se sia meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato.

Piuttosto, possiamo parlare di soluzioni più o meno congeniali alle esigenze abitative ed economiche delle famiglie. In questo modo, la convenienza o meno di ciascun tipo è intesa in senso relativo, in base alle condizioni della casa e alle abitudini delle persone che vi abitano.

A chi conviene il riscaldamento centralizzato?

  • Per fare un esempio, una famiglia di 5 persone, che abita al terzo piano di un condominio e si trova spesso in casa durante le ore diurne, avrà maggior convenienza ad usufruire di un impianto di riscaldamento centralizzato.

Infatti, la caldaia condominiale è caratterizzata da una maggior efficienza energetica.

Pertanto, se l’appartamento ha una bassa dispersione del calore e le persone si trovano spesso a casa, il costo che pagheranno per il riscaldamento sarà certamente inferiore rispetto a quello che avrebbero avuto con una caldaia autonoma.

A chi conviene il riscaldamento autonomo?

  • Invece, una giovane coppia sita in un attico all’ultimo piano di un condominio avrà tutto l’interesse a vivere in un’abitazione con riscaldamento autonomo in quanto i piani alti sono caratterizzati da una dispersione elevata del calore e gli inquilini pagherebbero molto di più rispetto al calore effettivamente percepito in casa.

Inoltre, nel caso, probabile, in cui entrambi siano fuori casa per lavoro durante il giorno, con una caldaia autonoma potrebbero regolare i propri consumi in base agli orari in cui sono presenti evitando, così, inutili sprechi. L’autorità per quanto riguarda le soluzioni innovative contro gli sprechi di energia è l’ENEA.

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Aggiornato su 30 Ott, 2024

Paolo A.

Redattore

Commenti

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Lucia
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Esaustivo , Bravi

Daria
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grazie delle informazioni. Vorrei sapere se, in fase di ristrutturazione di un appartamento dotato di riscaldamento centralizzato con termovalvole, non fosse possibile rimuovere i termosifoni e installare un sistema di riscaldamento a pavimento o soffitto. Grazie

Prontobolletta.it

Salve Daria,nonostante il sistema di riscaldamento a radiatori sia ben più diffuso di quello a pavimento (o a soffitto), è possibile procere all'istallazione a condizione che il pavimento si trovi su di un solaio ben coibentato